Opportunità e Opportunismo.
Categoria: PsicologiaNel parlare di un argomento come l’opportunismo, non così scontato come si possa pensare, è per me importante prima prendere in esame un altro concetto: quello di opportunità. A mio avviso esistono due modi per rapportarsi ad essa: il primo è quello di aspettare che si presenti, il secondo è quello di costruirla o cercarla attivamente.
Prendiamo come esempio una persona che ha bisogno di un lavoro. C’è chi aspetta che il lavoro bussi alla propria porta o nella speranza che un altro possa proporglielo tramite chissà quale raccomandazione o passaparola o c’è invece chi si mette a visionare annunci su giornali o su internet o chi ancora, prendendo spunto da qualcuno o qualcosa crea un lavoro che fa per lui. Potrei continuare ma credo di aver reso bene l’idea per cui si rientri nella categoria o di “coloro che attendono l’occasione giusta” o di “coloro che si danno da fare”.
Tale suddivisione è importante per comprendere chi è l’opportunista e non solo nell’accezione negativa del termine per cui quest’ultimo viene visto solamente come un arrampicatore sociale che sfrutta la situazione a proprio vantaggio tradendo il rispetto delle regole condivise, degli impegni presi e della sensibilità dell’altro. Sebbene questa definizione sia giusta rappresenta, però, solo un aspetto dell’opportunismo: l’aspetto distruttivo che equivale per lo più alle persone che rientrano nella prima categoria di cui parlavo in precedenza. Essere opportunisti significa anche trovare un modo sempre più funzionale per sopravvivere, significa darsi da fare, nonché, di conseguenza, mettere in risalto una modalità non passiva di relazionarsi con il mondo e una ricerca attiva dell’opportunità (ecco la seconda categoria).
Se seguiamo questa lunghezza d’onda l’opportunista è una persona flessibile, inventiva, dinamica. Pensiamoci bene. Se la nostra specie non fosse stata opportunista nello “sfruttare” in modo costruttivo e creativo l’ambiente circostante, noi oggi non saremmo qui. Non sto assolutamente sostenendo chi passa sopra all’altro o ai valori della comunità per il proprio interesse, ma non voglio neanche de-valorizzare chi, nel rispetto di quest’ultimi, ha la capacità di trarre il massimo da ogni contesto.
Tale caratteristica può essere tranquillamente un segno distintivo rispetto alla consapevolezza di sé, al coraggio di prendere posizione, alla libertà mentale che si può aver acquisito. Un segno, oltretutto, di assoluta resilienza, ossia di una spiccata capacità nell’affrontare e gestire ogni situazione compresi periodi di difficoltà o eventi negativi. In tale senso, in un periodo come quello che stiamo passando, questo opportunismo costruttivo potrebbe veramente essere un valore aggiunto e non un qualcosa esclusivamente percepito in modo dispregiativo.