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Morbo di Crohn: la corretta nutrizione.

Categoria: Nutrizione
Morbo di Crohn:  la corretta nutrizione.

La zona più colpita dal Morbo di Crohn, malattia infiammatoria cronica a carattere genetico ed autoimmune dell’apparato digerente, è l’ileo terminale (porzione finale dell’intestino tenue) e il colon (intestino crasso). A livello dell’ileo terminale l’intestino svolge l’azione di captare Vitamina B12 e di riassorbire i sali biliari immessi dalla cistifellea durante la digestione. La Vitamina B12 svolge all’interno dell’organismo delle importantissime funzioni; assieme al fattore intrinseco secreto nello stomaco, questa vitamina compone il fattore di maturazione eritrocitario, che porta alla maturazione dei globuli rossi a livello del midollo osseo. Inoltre la Vitamina B12 è implicata nella sintesi del DNA e regola il metabolismo dei glucidi, dei lipidi e delle proteine. Nel Morbo di Crohn, la carenza di Vitamina B12 si instaura velocemente portando ad un’alterazione dei globuli rossi, all’insorgenza di uno stato anemico per carenza di ferro. Un deficit da Vitamina B12 è associato a debolezza, pallore, ittero, stanchezza, lingua liscia, talvolta pruriginosa e arrossata, formicolii, ridotta percezione del dolore, irritabilità, mal di testa, tendenza alla depressione, riduzione dell’efficienza mentale, compromissione dell’equilibrio ed alterazioni del sonno. Le donne gravide affette da malattia di Crohn devono integrare questa vitamina in maniera più accurata rispetto a coloro che non ne sono affette. Nel Morbo di Crohn si riscontra sovente l’alterazione della flora batterica intestinale, talvolta eccessivamente stimolata, mal nutrita o addirittura modificata (a causa della steatorrea e della compromissione generale dell’intestino).

DIETA
PER LA FASE CRONICA

La dieta comune da adottare in caso di Morbo di Crohn non richiede accorgimenti particolari, ma si può rivelare indispensabile per alleviare i sintomi e i disturbi più importanti apportando un certo sollievo al soggetto malato. Sicuramente è importante prestare attenzione ad una corretta cottura delle pietanze; i metodi più adeguati sono la bollitura, la cottura a vapore, la cottura in pentola a pressione e la cottura a bassa temperatura. Sono da escludere le fritture, le cotture alla griglia e piastra. Da moderare i metodi di stufatura e brasatura, come anche saltatura in padella e gli arrosti al forno.
In questo modo non solo è possibile ridurre l’utilizzo dei grassi, ma anche la presenza di cataboliti tossici che si possono generare durante la cottura. Anche nel corso della fase asintomatica, meglio escludere il consumo di latte ed i latticini se non si è abituati ad assumerli con regolarità. Lo zucchero (lattosio) non assorbito, staziona nel lume intestinale esercitando potere osmotico sulla mucosa, richiamando così acqua dai tessuti periferici verso il lume intestinale causando diarrea e disidratazione. Il kefir essendo una sostanza altamente digeribile, in grado di regolarizzare l’intestino e migliorare lo stato di benessere in pazienti affetti da patologie intestinali come colite, morbo di Crohn e malattie digestive, potrebbe rappresentare una valida alternativa al latte anche per coloro che presentano intolleranza al lattosio.
Il Kefir infatti stimola la digestione promuovendo le secrezioni salivari, gastriche e pancreatiche; stimola inoltre la produzione di anticorpi e aumenta le difese immunitarie; grazie all’elevata concentrazione di batteri lattici in esso presenti, protegge e rinforza la flora batterica intestinale.
Colui che è affatto da Morbo di Chron non ne deve però abusare nel consumo in quanto il Kefir promuove la peristalsi intestinale quindi l’eccesso potrebbe scatenare le crisi diarroiche. Sempre al fine di tenere l’intestino “a riposo” è consigliabile limitare l’impiego in cucina di zucchero e sale, spezie urticanti, bevande alcoliche e alimenti o bevande che contengono stimolanti della peristasi intestinale (bevande o alimenti che contengono caffeina o analoghi, come teobromina, teina ecc). Una particolare attenzione va posta agli additivi, in particolare quelli contenenti tracce di titanio, considerato un acceleratore dell’infiammazione per il Morbo di Crohn.
Meglio limitare il consumo di funghi: tutti i funghi, anche quelli commestibili, producono una piccola quantità di sostanza venefica; inoltre, questi alimenti, in particolare quelli raccolti, possono contenere tracce significative di inquinanti oltre a risultare difficili da digerire. Infine è saggio evitare il consumo elevato di alimenti scarsamente digeribili e potenzialmente fermentativi quali frutta, ortaggi, cereali e legumi; come anche l’eccesso di alimenti grassi e/o contenenti grassi di bassa qualità come quelli idrogenati. Di fondamentale importanza per coloro che sono affetti da Morbo di Chron è il mantenimento del corretto trofismo della flora batterica intestinale. Quindi è giusto assumere una buona dose di molecole prebiotiche (rappresentate principalmente da fibra solubile) da assumere anche in concomitanza a probiotici, in modo tale da aumentare la naturale barriera contro gli attacchi esterni. Altrettanto importanti sono gli acidi grassi essenziali Omega 3 (per la loro capacità antinfiammatoria) e gli antiossidanti naturali (utilissimi nella lotta contro i radicali liberi, l’infiammazione ed la trasformazione neoplastica). Altrettanta attenzione va prestata alla Vitamina B12 che può essere reperita attraverso il consumo di alimenti di origine animale, come il fegato, la carne rossa, il pesce, rosso d’uovo, formaggi stagionati; là dove l’alimentazione non soddisfi i fabbisogni dell’individuo, è possibile ricorrere ad integrazione mediante preparati opportunamente formulati. Sarebbe invece corretto prestare attenzione all’eccessivo consumo di fibre insolubili presenti nella crusca, nella buccia dei legumi, nella frutta e negli ortaggi, responsabili di incrementare il rischio di diarrea, meteorismo e dolori addominali. Solitamente il soggetto affetto da Morbo di Chron dovrebbe seguire una dieta a basso residuo fisso, in cui viene limitato il consumo di fibre (che favoriscono la peristalsi) e di alcuni alimenti che vengono digeriti con difficoltà; in questo modo i movimenti intestinali vengono ridotti per non esacerbare i sintomi dolorosi annessi al Morbo di Crohn, come i crampi, la pancia gonfia, la diarrea, i gas intestinali. Spesso per poter individuare con maggior precisione i cibi che danno fastidio (variabili da individuo ad individuo) si consiglia di annotarli su un diario in modo da poterli riferire allo specialista che deciderà se ridurli o eliminarli dalla dieta.

cibi da evitare
Pane, pasta e riso integrali, cereali integrali, frutta secca, verdure crude, alcune verdure cotte come broccoli, cavoli, mais, cavolfiore, cipolle; carni grasse, carni e salumi affumicati, fagioli e lenticchie, succhi di frutta, marmellate molto dolci, conserve, spezie come peperoncino, curry; edulcoranti sia naturali che chimici; caffè, alcolici, bibite gassate, fritture e dolci elaborati. I latticini, così come il grano, sono da bandire in caso di intolleranze accertate, altrimenti il loro consumo va limitato perché irritante l’intestino.

cibi permessi
Pane bianco e crackers senza semi, riso bianco, verdure di stagione cotte e private di buccia e/o semi, come asparagi, carote, zucchine, fagiolini, zucca, patate, carne bianca o rossa magra, tenera e morbida, uova, pesce frutta cotta. Si raccomanda di bere molto, fare piccoli pasti durante la giornata, masticando piano e a lungo, per accorciare e favorire il processo digestivo.

 

Dott.ssa Azzurra Fini
Biologa Nutrizionista
Tel. +39 328 8633173