L’inevitabile: come ciò che ci può rendere deboli può farci diventare più forti.
Categoria: PsicologiaNon sempre le cose vanno come vorremmo che andassero, anzi, spesso e volentieri, ciò che ci eravamo prefissati diventa un vera e propria illusione.
Davanti al ricevere una notizia tragica, davanti ad un tradimento, ad una malattia, ad una ingiustizia legale o sociale, davanti ad una perdita totale o quasi di quelle certezze a cui in precedenza si poteva fare riferimento, come si fa a non arrabbiarsi? A non ribellarsi?
Ma allo stesso tempo, sebbene sia più semplice dirlo che farlo, questa modalità di reazione, se fatta esclusivamente in modo distruttivo, non renderebbe ancora più difficoltoso un quadro già angosciante di per sé?
È naturale il fatto che può risultare complicato chiedere ad una persona di accettare lo status in cui si è di sofferenza e di disagio, ma pensiamoci bene: ci si può ribellare esternamente o internamente, rassegnarsi passivamente e vegetare, lasciarsi andare ad atteggiamenti malsani di autocompatimento, tutti atteggiamenti legittimi, ma poi?
Ognuno di noi può sentirsi imprigionato in qualsiasi situazione, ma in quella stessa situazione può anche decidere di imparare ad essere libero.
Ecco dove sta la scelta, ecco dove sta l’accettazione o la rassegnazione attiva come strumento costruttivo per fronteggiare un evento negativo, ecco dove quella rabbia, quella paura e quelle emozioni destabilizzanti, pur non riuscendo mai ad eliminarle completamente, potrebbero costituire quello sprone necessario per reagire e non per fossilizzarsi, con gli eventi dolorosi che possono acquisire allora un significato evolutivo di qualcosa che ci è servito e che ci serve per crescere e non per bloccarsi.
Noi ci pensiamo prevalentemente vincenti rispetto al potere di cambiare le varie situazioni e per questo ci “angosciamo” quando di fronte a un qualche evento che non possiamo modificare ci sentiamo impotenti e umiliati.
Ma in realtà ricordiamoci che un potere ce l’abbiamo e c’è l’avremo sempre: quello di mutare non la situazione esterna, bensì il nostro atteggiamento rispetto a quest’ultima.
È questo che ci rende davvero liberi, liberi addirittura di scegliere anche ciò da cui veniamo obbligatoriamente condizionati.
Tale risorsa rappresenta una delle forme più alte di scelta, nonché una delle forme più alte di consapevolezza, forza e di atto di volontà.
A quel punto l’inevitabile non è più solo un possibile punto di fissazione ma una rampa di lancio per una nuova immagine di sé più creativa e funzionale.