L’esclusione: un’armonia instabile tra scelta e rifiuto
Categoria: PsicologiaVorrei questo mese mettere in risalto il tema dell’esclusine non nella sua accezione negativa troppo spesso ‘chiacchierata’ bensì da un punto di vista più costruttivo. L’escludere, del resto, non implica anche l’attività del selezionare? E il selezionare non implica, a sua volta, da una parte il saper scegliere e dall’altra il saper rifiutare? La scelta ed il rifiuto, come spesso accade, pur sembrando due opposti, costituiscono due facce della stessa medaglia: se si sceglie qualcosa è consequenziale la rinuncia a qualcos’altro. Ciascuno di noi, nel corso della vita, fin dall’infanzia, si trova ad attuare delle scelte o dei rifiuti per poi fare i conti con la paura di stabilire il da farsi. Prendere una decisione, dalla più banale ad una più importante, rappresenta una costante della nostra esistenza ed è ciò che ci aiuta a crescere, cambiare, evolvere. Di frequente è proprio l’angoscia delle conseguenze di quest’ultima, uno dei motivi per cui molta gente vive con forte ansia e preoccupazione qualsiasi tipo di scelta o rifiuto. Il timore di commettere errori irreparabili, l’intenzionalità di attuare qualcosa per rivalsa verso qualcuno o se stessi, la paura di non risultare all’altezza o di esporsi o di perdere il controllo o di porsi in una condizione di impopolarità, sono tutti fattori che condizionano la capacità di decisione di un soggetto e che stanno alla base del fuggire da se stessi, del rimandare ogni cosa, impiantandoci in mille pensieri vorticosi che non portano da nessuna parte. Quanto vorremmo non dover scegliere o quantomeno che altri scegliessero per noi? Ma, allo stesso tempo, quale potrebbe essere il prezzo che pagheremmo per alleggerirci e per provare tale sollievo? Di sicuro, sarebbe il prezzo della nostra indipendenza, che da quando siamo bambini in un modo o nell’altro abbiamo cercato di conquistare e sarebbe anche il prezzo della nostra libertà rispetto alla possibilità di avere potere sulla nostra vita, ossia ciò che distingue una persona libera da uno schiavo. Vedete, dunque, come l’esclusione sia strettamente legata al concetto di indipendenza, libertà e crescita personale? Sembra assurdo, ma come ho dimostrato, non lo è! Per tale motivo, si deve coraggiosamente abituarci costruttivamente ad escludere, ossia a selezionare, scegliere e rifiutare. Come? Può apparire banale scriverlo, ma la risposta è scegliendo, rifiutando. Infatti, più evitiamo di prendere delle decisioni, più riduciamo la capacità di discernere i nostri pensieri, perdendo il contatto con il nostro intuito e le nostre sensazioni. E’ come se, essendo poco o per nulla utilizzati, i nostri personali sensori di scelta si desensibilizzassero, attendendo tempi migliori. Se li riattiviamo, invece, recuperiamo una maggiore consapevolezza di noi e, scelta dopo scelta, arriveremmo a sentirci più forti e soddisfatti, anche sbagliando. Poiché, pur cadendo in qualche errore, in ogni momento si può altresì scegliere di cambiare strada o comunque fare qualcosa di diverso e questo perché semplicemente siamo esseri umani e soprattutto esseri liberi.