Le emozioni: le bussole interne di ognuno di noi.
Categoria: PsicologiaCategoria: SaluteNon scopriamo assolutamente niente di nuovo affermando che le emozioni sono fondamentali nella nostra vita. Tuttavia, siamo spesso portati a considerarle alcune più adeguate rispetto ad altre: alcune “positive”, altre “negative”; alcune “giuste, altre “sbagliate”. Tutte le emozioni che proviamo sono importanti e svolgono funzioni indispensabili per la nostra sopravvivenza e qualità di vita. Ad esempio ci forniscono informazioni relative a situazioni che potrebbero essere pericolose o dannose per noi, nonché possono suggerirci se avvicinarci o allontanarci da da una specifica condizione esterna o interna. Sono, pertanto, strumenti basilari per prendere decisioni ed effettuare conseguentemente scelte precise in un determinato momento, consentendoci di organizzare i nostri comportamenti in maniera coerente con quello che va bene per noi. Nonostante ciò, tendiamo il più delle volte a svalutare la sfera emotiva, assumendo atteggiamenti o meccanismi di difesa che non ci consentono, per nostra intenzionale volontà, di starci a contatto. Anche la nostra cultura, spesso, ci porta a percepire determinate emozioni come qualcosa da nascondere, e questo in molti ambiti dove, ai nostri occhi, la sofferenza propria e altrui sembra essere poco tollerata o accettabile o vista come un peso da non aggiungere (vedi a lavoro, vedi in un gruppo di pari, vedi anche in famiglia). L’espressione emotiva e il problema solving per molti sembrano essere due rette parallele che, per definizione, non si incontrano mai. In alcuni casi la poca disponibilità ad entrare in sintonia con certe emozioni percepite come “negative” può anche essere relativa al fatto che mostrarle significherebbe farsi notare non sufficientemente”interessanti” o “attraenti” per gli altri e magari, per tale motivo, correre il rischio di essere lasciati da soli. Oltretutto,, in generale, lo “stare dentro” determinati sentimenti aumenta la loro stessa intensità (ad esempio: se sono arrabbiato o triste perché il mio compagno/a mi ha lasciato, ripensarci non fa altro che esacerbare il mio stato d’animo), cosa molto spesso inaccettabile e difficile da reggere. Ma se non ci consentiamo di vivere e sperimentare le emozioni come possiamo riuscire a gestirle o assumere la consapevolezza che abbiamo in noi le risorse necessarie per fronteggiarle? Allora, determinate emozioni possono essere viatici solo di impotenza o anche di potenza? L’emozione è importante per elaborare anche gli eventi spiacevoli che ci accadono e per di più ha la potenzialità di agire come stimolo al cambiamento. Starci in contatto ci aiuta necessariamente a segnalarci, oltre che un qualcosa sta andando bene, soprattutto che qualche altra cosa non va, a rifletterci e trovare un senso, sollecitandoci ad un cambiamento per raggiungere un nuovo assetto e mostrandoci nuove prospettive prima magari non visibili. Per tale motivo le emozioni sono la nostra bussola interna e rivestono un ruolo preminente nei processi di decisione, consapevolezza e crescita di sé. Ci danno informazioni sul nostro stato, ci aiutano a comprendere le nostre necessità e pertanto aiutano a metterci sempre in primo piano. Se non è potenza questa! Questo non vuol dire che la razionalità non sia importante ma parimenti importante e necessario è l’equilibrio, nel limite del possibile, tra le due sfere. Al prossimo numero.