La rassegnazione può essere anche una risorsa?
Categoria: PsicologiaLa rassegnazione è un sentimento ambivalente. Infatti, tale atteggiamento, se viene “usato” in modo costruttivo può aiutare a ripartire dopo un qualsiasi momento di crisi, ma se diventa un abito mentale a tutto campo può tagliare le gambe perfino alle persone più propositive. Anche se siamo soliti associare tale vissuto ad un’idea di sconfitta e di fallimento, nonché ad una perdita irreversibile di speranza, al contrario esso potrebbe rivelarsi un’arma vincente. A volte non “cedere” ad un evento (la separazione da una persona cara, un progetto che non si riesce a realizzare, ecc) non solo fa stare malissimo, ma ci fissa in una condizione che peggiora progressivamente. Se però riusciamo, seppur con ovvie difficoltà, ad arrivare al cosiddetto “punto di rassegnazione” e cioè smettiamo di opporci e di combattere quell’evento stesso, possiamo iniziare ad elaborarlo, ad andare oltre e ripartire. La rassegnazione si trasforma in una funzione negativa quando è preventiva, cioè quando è presente già prima di affrontare qualcosa o quando è immediata, ossia subentra alla prima difficoltà di un percorso, difficoltà che è normale che possa manifestarsi all’inizio di una qualsiasi cosa. Il soggetto “non ci crede” e costituisce un pregiudizio su se stesso e sulla realtà che si estende ad altri o a tutti gli ambiti del vivere. Questo “tipo” di rassegnazione toglie l’entusiasmo per intraprendere qualunque azione e non solo. Priva di obiettività e non ci mostra le possibilità reali insite anche nei momenti più difficoltosi. In pratica non permette mai di “sfruttare” le crisi, non favorendo una evoluzione e una crescita della persona. Anche perché il rassegnato, non avendo fiducia in niente, non si mette mai al cento per cento in una situazione, vivendo al risparmio nel tentativo maldestro di evitare l’ennesima delusione che, proprio per questo, arriva puntuale. Pertanto, per il 2021, faccio a tutti come augurio (dopo questo periodo che resta tuttora complicato e che si è andato ad unire alle difficoltà che ci hanno accompagnato che ci accompagnano già nella nostra quotidianità) di avere come ripartenza una rassegnazione costruttiva che possa non renderci immobili, bensì darci una spinta per affrontare gli ostacoli che ci si pongono davanti. Come? Condividendo senza accollarsi tutto sulle proprie spalle, chiedendo aiuto se necessario, aumentando la nostra consapevolezza verso ciò che si ha e non verso quello che non si ha più o non si ha mai avuto. Impariamo ad ascoltare noi stessi e chi ci è vicino e invece di lamentarci o chiedere consigli senza però modificare nulla, usciamo dal nostro monotono dialogo interiore se esclusivamente fatto di pensieri pessimistici. Inoltre, tutti noi abbiamo un ambito, anche piccolo, su cui “non molliamo” ed in cui intimamente crediamo. Dobbiamo individuarlo perché in esso c’è l’energia che ci serve pure per altri piani. Ci vuole volontà, coraggio, amor proprio ed uno sguardo su di sé nuovo, ricordandoci che i no, le crisi ed i traumi pur facendo sempre parte della vita, non sono gli unici rappresentanti di quest’ultima. Buon 2021