La maschera oggi: una necessità ma allo stesso tempo…
Categoria: PsicologiaSiamo entrati nel periodo del Carnevale e, se permettete, quale migliore momento per scrivere un articolo sulle maschere? Nella società odierna, Carnevale, però, è la festa di tutto l’anno. Del resto, siamo sicuri che tutti i giorni non indossiamo una maschera? Ogni persona ha la sua, anzi, le sue e la maschera, spesso, non ce la togliamo nemmeno quando andiamo a letto, mostrando il volto nudo solo nel sogno. Di maschere, come sottolineato, ne abbiamo a disposizione più di una, come i vestiti e le scarpe. Abbiamo quella per i colleghi di lavoro, quella per i conoscenti, quella per gli amici, quella per i familiari. Qualche volta sbagliamo maschera o dimentichiamo di averne una e, allora, chi credeva di conoscerci può affermare: “ma che ti è successo?”, non riconoscendo chi hanno davanti. E, invece, era una delle poche occasioni in cui eravamo noi stessi. Ognuno crede di recitare la sua parte nel ruolo che si è ricavato, salvo, per necessarie circostanze, cambiarlo e, di conseguenza, cambiare parte. La nostra società sembrerebbe, pertanto, assumere le fattezze di un grande “Falso sé”? Certamente si e non è una visione pessimistica, bensì realistica. La vita sociale è il grande teatro dell’ipocrisia che va in onda sul proscenio dove tenere una maschera è necessario. In psicologia “l’indossare una maschera” è una metafora per distinguere i tipi di atteggiamenti che si hanno in situazioni diverse. La maschera è un meccanismo di difesa che ci aiuta a coprire quei lati del nostro essere che, nei vari contesti, appaiono, nel modo di pensare del soggetto, più inadeguati da mostrare. E’ chiaro che nessuno di noi può e vuole farsi vedere interamente per quello che è, poiché pochi si accettano completamente ed ancora di meno non temono che l’altro non possa accettarli. Restare noi stessi implica sostenere il peso del confronto, affrontare conflitti e sperimentarne i danni, mettere in discussione le proprie idee con il pericolo che vengano demolite. L’essere umano trova maggiormente facile e meno rischioso occultare il suo volto dietro una maschera senza abbracciare alcuna precisa posizione. Ma tutto ciò realmente ci potrebbe salvare da ogni tipo di pericolo? Assolutamente no! Come ripeto, le maschere sono necessarie ed oltretutto, se ne siamo un minimo coscienti ci aiutano ad entrare ed uscire dai variegati ruoli a cui la società ci chiama, ma attenzione a non rimanere fissati nell’inautenticità. In questi casi la maschera stessa diviene un troppo che caratterizza (troppo buono, iroso, passivo, attivo, sfuggente), un eccesso che rischia di trasformarsi in un comportamento automatico che si ripete in collusione con le dinamiche del controllo e del potere del soggetto. Ecco che il “Falso sé” si impadronisce della nostra essenza non facendoci arrivare più a contattarla e portandoci a perdere tutto quello che resta di chi siamo veramente. Dobbiamo sempre rimanere altamente consapevoli delle maschere che stiamo indossando in modo da utilizzarle al meglio senza comunque perdere il nostro “Vero sé”, magari riuscendo ad avere il coraggio di condividerle con qualcuno di significativo, anche con il rischio che, in quel momento, il supporto possa diventare più importante del controllo. Al prossimo numero.