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La certezza: una gabbia dorata che ci rende prigionieri di noi stessi.

Categoria: Psicologia
La certezza: una gabbia dorata che ci rende prigionieri di noi stessi.

L’essere umano è alla costante ricerca di sicurezza. La vuole sul posto di lavoro, nelle relazioni di coppia, in famiglia, rispetto ai propri risparmi. Da una parte il ragionamento non è illogico poiché il nostro scopo principale è sopravvivere, ma così facendo si finisce per diventare ossessionati dalla certezza con tutto che ne può conseguire (ansia generalizzata, razionalizzazione, rigidità emotiva). Ma da dove nasce il bisogno continuo di certezze? Iniziamo da una verità profonda e assoluta. L’uomo come sappiamo è per sua natura vulnerabile e fragile e spesso preda del suo senso di debolezza ed impotenza.
La certezza è rassicurante e ci evita di dover fare i conti con la dimensione dell’ignoto e del “forse ma se” che tanto può destabilizzare e ciò vale anche per quelle situazioni in cui la persona preferisce restare in condizioni di disagio pur di non perdere i propri punti di riferimento seppur malati (ecco la scelta della malattia). Ma restare radicati nelle proprie certezze pensando di evitare ogni rischio è così rassicurante? Una parte di noi non sente prima o poi farsi strada pure un senso di insoddisfazione per i troppi vincoli che ci si pone?
Non voglio ora sostenere che avere alcune certezze non sia importante, ad esempio rispetto soprattutto a delle questioni pratiche (il lavoro, l’incolumità fisica, l’impianto di riscaldamento a posto, ecc), ma quando si parla di certezze esistenziali, psicologiche o sociali che riguardano le proprie aspirazioni, gli affetti o le relazioni in generale ecco che la ricerca di sicurezze a tutti i costi può imprigionare il soggetto invece che renderlo tranquillo esponendolo ad un turbinio di ansie e paure maggiori rispetto a condizioni di incertezza così tanto evitate.
Sembra paradossale ma non è così! Viviamo in una società in continuo movimento e in un mondo che è incerto per natura e ammettere lo stato di incertezza porta ad aprirsi alla possibilità di imparare, apprendere, sperimentare, dialogare confrontarsi, tutti attributi dell’essere costruttivo. La natura umana è ambivalente e l’ambiguità non può essere risolta solo con i sensi e con l’intelletto.
L’unica costante certezza che abbiamo in ogni istante è la presenza del nostro mondo interiore, del nostro Io. Per tale motivo, sebbene il più delle volte risulti essere complicato, non si deve cercare ostinatamente sicurezze esclusivamente nel mondo esterno, dagli altri, dai cosiddetti massimi sistemi, ma dalle nostre esperienze, dalla nostra storia, da tutto ciò che eravamo e siamo, dandoci la possibilità di essere mobili, flessibili e creativi. Il dubbio e l’incertezza paradossalmente generano movimento e il movimento è vita. Al contrario l’illudersi di perseguire e mantenere la certezza genera immobilismo e quest’ultimo è il primo segnale di assenza di libertà e di non vita.
Al prossimo numero.

 

Dott. Barbabella Giuliano
Psicologo – Psicoterapeuta
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