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Impresa. Il nuovo Credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali può essere una grossa opportunità di ripartenza e va valutata attentamente.

Categoria: Fisco
Impresa. Il nuovo Credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali può essere una grossa opportunità di ripartenza e va valutata attentamente.

La Finanziaria 2021 ha in parte aggiornato ed in parte introdotto nuovi e più favorevoli crediti d’imposta per le imprese in relazione ad investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate in Italia ed effettuati dal 16.11.2020 e fino al 31.12.2022 ovvero fino al 30.6.2023 a condizione che entro il 31.12.2022 sia accettato l’ordine e siano versati acconti pari almeno al 20% del costo di acquisizione.
Gli investimenti possono riguardare beni materiali e immateriali “generici” oppure beni materiali ed immateriali “Industria 4.0” ovvero “super tecnologici” (tabella A e B della Legge 232/2016).
I nuovi crediti d’imposta spettano anche alle piccole imprese ed anche ai professionisti purché residenti in Italia, a prescindere, quindi, dalla forma giuridica, dal settore di appartenenza o dalle dimensioni e dal regime di determinazione del reddito.
Non spettano alle imprese in liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra procedura concorsuale.
La spettanza dell’agevolazione in esame è subordinata al rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei lavoratori (DURC positivo).
L’agevolazione riguarda esclusivamente beni materiali e immateriali strumentali nuovi.
Sono esclusi dal beneficio gli investimenti in veicoli, beni materiali strumentali per i quali il DM 31.12.88 prevede un coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%, fabbricati e costruzioni ed alcuni beni ricompresi in specifiche categorie marginali. La misura del credito spettante varia in base al livello tecnologico del bene.
Se rientra nella categoria “Industria 4.0 il credito spettante per l’anno 2021 arriva al 50% se il costo del bene è fino a 2.5 milioni di euro; 30% se il costo va da 2,5 a 10 milioni di euro e 10% se il costo è superiore a 10 e fino a 20 milioni di euro.
Per gli investimenti in leasing, rileva il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni stessi.
Riguardo ai beni immateriali nuovi ” Industria 4.0 ” il credito d’imposta spetta nella misura del 20% del costo.
Relativamente ai beni materiali ed immateriali nuovi ma” generici “il credito d’imposta per l’anno 2021 spetta nella misura del 10% del costo.
Il credito in esame è utilizzabile esclusivamente in compensazione con il mod. F24, in 3 quote annuali di pari importo (in unica quota per i beni strumentali “generici” per le imprese con un volume di ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro) a decorrere dall’anno di entrata in funzione del bene ovvero dall’anno in cui è intervenuta l’interconnessione per gli investimenti in beni super tecnologici di cui alle predette tabelle A e B.
Esclusivamente con riferimento al credito d’imposta per gli investimenti in beni materiali ed immateriali ” Industria 4.0 ” di cui alle predette tabelle A e B è richiesta una apposita comunicazione al MISE insieme alla predisposizione di una perizia asseverata o attestato da cui risulti che i beni possiedono le caratteristiche tecniche previste e la relativa interconnessione al sistema aziendale.
Per i beni di costo unitario pari o inferiore a € 300.000, la perizia può essere sostituita da una dichiarazione resa dal legale rappresentante.
Le fatture relative all’investimento devono riportare l’espresso riferimento alle disposizioni normative in esame.

 

Andrea Rellini - STUDIO RB
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