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Autosvezzamento

Categoria: Nutrizione
Autosvezzamento

Questo articolo vuol essere un modo per chiarire una volta per tutte che AUTOSVEZZAMENTO non fa rima con “FAR FARE AL BAMBINO”, quanto piuttosto supportare la sua autoregolazione. “Svezzare” significa letteralmente “togliere il vezzo”. Sapete di quale vezzo si parla? Quello di succhiare il latte dal seno materno. Questo è sicuramente uno dei più grandi errori della puericultura: il succhiare dal seno materno non può essere in alcun modo un vezzo poiché si tratta di un bisogno primario del bambino. Anzi, lo svezzamento dovrebbe essere una naturale conseguenza dell’autoregolazione che il bambino ha esercitato durante l’allattamento a richiesta. Ciò non toglie che si possa autosvezzare un bambino allattato artificialmente. Prima dello svezzamento il bambino deve mostrare interesse per il cibo: il piccolo deve mostrare interesse per i genitori che mangiano, muovendo la bocca “come se masticasse” oppure mostrando verso di esso un interesse mai visto prima nei confronti di altri elementi che lo circondano. La capacità di stare seduto autonomamente segna il passaggio dalla fase di assaggio al momento in cui mangerà per davvero. Il bambino deve aver perso il riflesso di estrusione (NON deve tirare fuori la lingua se gli si stimolano le labbra): questo riflesso viene perso intorno ai sei mesi, deve reggere bene la testolina, inoltre la presenza di dentini (incisivi) è un segnale in più. Lo svezzamento, sia tradizionale che autosvezzamento, dovrebbe iniziare intorno ai sei mesi. L’OMS, raccomanda l’allattamento materno esclusivo fino ai 6 mesi (o qualora fosse allattato con latte artificiale, la cosa non cambia). Perché c’è l’indicazione del limite dei 6 mesi? Semplicemente perché si ipotizza che il latte della mamma (o il suo sostituto) inizi ad essere carente di alcuni nutrienti, in particolare di ferro. Se il latte di mamma (o il suo sostituto) inizia ad essere carente di ferro, perché le prime pappe SONO A BASE DI FRUTTA? La frutta, è un alimento ricco di minerali, vitamine, fibre, MA CERTAMENTE NON DI FERRO. Se il latte di mamma (o il suo sostituto) inizia ad essere carente di ferro, perché le prime pappe SONO A BASE DI CEREALI? I cereali possono “chelare” (ovvero “imprigionare”) il ferro e renderlo così meno disponibili. Inoltre dopo i primi 4-5 mesi l’ aumento di peso rallenta: questo avviene NON perché il latte di mamma (o il suo sostituto) diventano meno nutrienti oppure il bimbo inizia improvvisamente a mangiare meno, semplicemente il piccolo inizia a muoversi di più e questo comporta un maggior dispendio energetico e pertanto un aumento di peso modesto. Quando inizierete ad autosvezzare, non aspettatevi che il piccolo divori l’intero piatto che gli proporrete. AUTOSVEZZAMENTO è fare conoscenza con il cibo, pertanto è NORMALISSIMO che il bambino sputi, vomiti o giochi con il cibo, che faccia dei piccoli assaggi e quindi sostanzialmente non mangi, e inoltre continui a NON SALTARE nemmeno una poppata nelle settimane iniziali. A mio modesto parere (e per esperienza personale), lo svezzamento tradizionale presenta un paio di svantaggi: Il bambino non distingue i sapori, i colori e le consistenze (tutto viene frullato nella pappa, si abitua ad essere imboccato e la preparazione della “ricetta” con grammature specifiche POTREBBE MANDARE FUORI DI TESTA anche la mamma più paziente e scrupolosa. L’autosvezzamento è una modalità dinamica di approccio al cibo: il bambino impara colori, consistenze, sapori e metodi di masticazione, non viene imboccato: “gioca” con il cibo (lo manipola, lo porta alla bocca in autonomia). Potrebbe essere utile dare al piccolo un cucchiaino in legno qualche settimana prima di iniziare, in modo tale da familiarizzare con “i futuri” strumenti del mestiere, lo svezzamento viene inteso come un momento di conoscenza del mondo, deve essere guidato e non imposto dai genitori, è fondamentale infatti che si tenga sempre bene a mente che il bambino non sa cosa sia il cibo, quindi si assecondano i suoi tempi, NON i suoi gusti (un bambino di soli sei mesi non ha “gusti”, fino a quel momento avrà solo assaggiato il latte). Se pensate care mamme che il vostro bimbo ingurgiterà famelico la prima carota bollita che gli proporrete vi sbagliate di grosso. Fondamentalmente avrete il caos: sporco per terra e sul tavolo, bambino che non mangia ma mastica e sputacchia. LA GIUSTA PREMESSA è che comunque i genitori seguano un’alimentazione sana, CONSAPEVOLE ed equilibrata. Il pasto inoltre deve esser vissuto come un momento conviviale, consumato in condivisione. L’autosvezzamento non è far mangiare al bambino quello che mangiano i genitori: l’attenzione alle consistenze è fondamentale. Nelle prime settimane (o nei primi mesi) il bambino non avrà dentizione o avrà giusto 2/4 incisivi: si deve proporre cibo morbido, che possa masticare con le gengive o succhiare. Il bambino non ha la presa “a pinza” ma “a pugno”e riuscirà a portare alla bocca solo cose che escono dal pugno o che è in grado di tenere con due mani (un esempio è la classica carota bollita). Quindi le Consistenze dovranno essere morbide (avocado, banana matura, yogurt, ricotta, zucca, uovo semisodo, patate americane, puré), le dimensioni adeguate e da tenere con due mani: crocchette di legumi, polpette di carne o pesce, fetta di pane tostato (senza sale), gallette. COSA EVITARE? Alimenti con sale o zucchero, alimenti duri/poco cotti, alimenti che rischiano di scivolare in gola (acini di uva, piselli, melograno…), alimenti che ingolfano (gnocchi), alimenti che voi stessi non mangereste o che la famiglia abitualmente non consuma. COME PROSEGUIRE? Man mano che il bambino prende confidenza con le consistenze è possibile ampliare la gamma di alimenti proposta, notando che ne mangerà sempre di più (o perlomeno finirà sempre meno cibo sul pavimento). Dopo i 9 mesi è bene cercare di proporre sempre almeno un piatto che sia consumato anche dal resto della famiglia, oppure fare piccole porzioni di tutto quello che anche mamma e papà mangiano (es.3-4 rigatoni, una polpetta di carne, un broccoletto). Quando il bambino avrà maggiore cognizione di sé e del cibo, è possibile cominciare a far scegliere a lui cosa mangiare mettendolo di fronte a scelte chiuse (non “che cosa vuoi mangiare?”, ma “per cena facciamo il risotto o la zuppa?”). A che pasto proporre il cibo? E’ indifferente, purché il clima sia sereno, i genitori abbiano tempo di seguire il bambino, e il bambino sia calmo. E le merende? Probabilmente è il pasto più pasticciato dalle mamme. La base delle merende è sempre frutta di stagione o uno yogurt intero BIANCO biologico. Sono completamente da bocciare gli omogenizzati di qualsiasi tipo e natura, anche se biologici o fatti al 100% da frutta, sono comunque un prodotto lavorato industrialmente. Quindi, mamme, frutta a pezzi o frutta grattugiata da voi. Per lo yogurt NON DEVE ESSERE LO YOGURT PER BAMBINI pieno di zuccheri/aromi/coloranti, ma deve essere BIANCO E INTERO. Potete aggiungere al suo interno un pochino di crema di mandorle o della banana/pera grattugiata. Le colazioni sono l’ultimo pasto che viene sostituito dal cibo solido: non per prassi, ma per la poppata/biberon del mattino e della sera sono quelle che il bimbo chiede di più.

 

Dott.ssa Azzurra Fini
Biologa Nutrizionista
Tel. +39 328 8633173