La delusione come potenziamento di sé.
Categoria: PsicologiaRimanere delusi da qualcuno o da qualcosa è un’esperienza comune che invade tutti i campi dell’esistenza, anche quotidianamente. Si può rimanere delusi in casa, a lavoro, con gli amici e il partner, ma anche per un film o per il nuovo album del cantante preferito. Ma che cos’è la delusione? È il venire meno della fiducia, dell’affettività, della stima che si aveva per qualcosa o qualcuno, alla cui base c’è il sentire tradite le proprie aspettative. Non tutte le delusioni, naturalmente, hanno la stessa intensità. Conta molto, infatti, quanto e per quanto a lungo si aveva riposto noi stessi nella situazione che poi si è rivelata deludente. Il protagonista della delusione ha sicuramente un certo grado di colpevolezza, ma anche noi abbiamo una parte in causa rilevante. L’ingenuità, il bisogno necessariamente di credere in qualcosa, di aggrapparsi, di compensare, di essere amati e considerati contribuiscono a fare crescere le aspettative e con esse l’illusione e l’idealizzazione e, più quest’ultime sono grandi, più sarà cocente la delusione stessa.
Conseguenze di ciò? L’innalzamento, spesso e volentieri, di un muro che si interporrà tra noi e gli altri, un muro basato sulla sfiducia, sull’incapacità di affidarsi, sul pregiudizio generalizzato dell’altro, sulla devalorizzazione di sé e della propria autostima. Un muro che il più delle volte blocca la persona nelle sue azioni e nei suoi modi di fare. Le delusioni non si possono evitare e mettono chiaramente a rischio il nostro equilibrio ma da esse ci si può difendere in modo costruttivo (e non distruttivamente tramite l’evitamento costante dell’altro o il mettersi in una condizione di onnipotenza), nonché possono diventare un trampolino di lancio verso nuove sfide e opportunità. Il punto focale sta nel conoscere bene se stessi, nel non coltivare aspettative spropositate e non attinenti all’esame di realtà e nel non smettere mai di salvaguardare la propria autostima. Non si deve, dunque, considerare la delusione come un insuccesso personale, bensì come un’esperienza che può potenziarci nel non perseverare all’interno del mondo delle illusioni e della dipendenza affettiva.
Come? Aumentando come detto in precedenza il nostro esame di realtà e la consapevolezza dei nostri limiti e potenzialità, cosa che poi ci aiuterà a non annullarsi. Ecco la parola chiave: il non annullarsi. E da questo ecco che la delusione diventa uno dei viatici per mettere in primo piano se stessi, cosa che non equivale a non prendere in considerazione l’altro, ma a trovare un equilibrio tra il potere che si dà a quest’ultimo e al proprio essere. La delusione, se condivisa, gestita e reagita, può aumentare così, sia la propria autostima, che il proprio senso di sé.
Al prossimo numero.