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La vergogna: emozione negativa o anche positiva?

Categoria: Psicologia
La vergogna: emozione negativa o anche positiva?

La vergogna è considerata una componente onnipresente della vita di tutti i giorni ed è, spesso e volentieri, associata soltanto a sentimenti di vulnerabilità, di rifiuto e di debolezza, tanto da ricorrere a strategie personali o a meccanismi di difesa che il più delle volte si dimostrano disfunzionali e controproducenti come, uno su tutti, la chiusura.
Eppure la vergogna è anche un sentimento positivo che dovremmo essere contenti di sentire perché grazie ad essa possiamo avere buone relazioni con gli altri e una società che funziona. Come il dolore avverte che ci stiamo facendo male, così la vergogna segnala che ci stiamo comportando in un modo che potrebbe danneggiare le nostre relazioni sociali.
La prima reazione che molti hanno sentendo la vergogna è scappare o negarla, invece dovremmo affrontarla poiché questo ci aiuta molto a migliorare noi stessi. Infatti questo vissuto ci fa capire che abbiamo bisogno dello sguardo altrui in modo costruttivo, tanto è vero che chi è apparentemente immune e non si cura mai di coda pensano gli altri è come se vivesse in una bolla tutta sua, segno distintivo di una chiusura distruttiva.
Quando si parla di questa emozione, inoltre, c’è in ballo anche il giudizio che ciascuno di noi da di sé stesso. Dallo sguardo dell’altro possiamo riuscire a fuggire, dal nostro no! Se abbiamo assimilato i valori che condividiamo con le persone che frequentiamo, ci vergogneremo pure se nessuno ci vede o ci scopre un nostro gesto o atteggiamento sbagliato.
Risultato, la vergogna ecco che diventa un essenziale metronomo per sentirsi accettabili davanti a noi stessi e agli altri e quindi ci obbliga a provare a correggere gli errori, a fare i conti con i nostri limiti e capacità, aumentando, pertanto, la nostra autostima.
Ma se la vergogna può essere così positiva, perché allora l’arrossire oggi sembra irrimediabilmente fuori moda? Perché viene visto come un segno di debolezza e sottomissione che non collude con la pressione attuale ad apparire sempre vincenti.
Arrossire, però, equivale a lasciarsi andare alle proprie emozioni, limiti, sbagli e di conseguenza è un indice evidente di consapevolezza di sé e dunque di potenza e non di impotenza. In più, oltre ad essere la sentinella capace di capire se siamo o meno accettabili dagli altri con le nostre azioni, la vergogna è anche una spia della coesione sociale.
Del resto, quando in una società sembra che non ci si vergogni più di nulla, significa che si sono persi ideali condivisi in cui riconoscersi.
Accogliamo dunque questa bussola sociale e individuale che la vergogna rappresenta e ciò come espressione di una spiccata forza interiore.
Al prossimo numero.

 

Dott. Barbabella Giuliano
Psicologo – Psicoterapeuta
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