Magazine di notizie, attualità, cultura, viaggi e tradizioni

Tecniche di pesca: il Bolentino.

Categoria: Sport
Tecniche di pesca: il Bolentino.

Con questo termine si indicano tecniche di pesca che vengono praticate da una barca più o meno grande e a diverse distanze dalla costa; tutte richiedono ovviamente l’utilizzo di canna e mulinello. La prima deve essere di buon materiale e soprattutto deve portare anelli a doppio ponte ed in pietra SIC; il secondo, robusto, oggi si tende ad imbobinarlo con del buon trecciato che è molto resistente anche nei diametri sottili, offre bassa resistenza alla corrente e trasmette la tocca del pesce con celerità anche se avviene a notevoli profondità.

Il bolentino viene utilizzato per catturare pesci che o non si avvicinano alla costa o che vivono su fondali “importanti”, da alcune decine di metri ad alcune centinaia.

Fondamentalmente si suddivide in 3 categorie: costiero, di media profondità, di profondità.

Ovviamente ognuna di esse richiede attrezzature ed esche diverse ed è subordinata al tipo di imbarcazione che si utilizza; cosi, se si dispone di una piccola barca non si potranno mai insidiare pesci che vivono su fondali di alcune centinaia di metri. In quello costiero, invece, qualsiasi natante può essere adatto. Il tutto, comunque, dipende dai fondali che ci sono nella zona in cui viene praticato: se i fondali “importanti” sono a poca distanza dalla costa, anche una piccola barca può essere adatta a praticare un bolentino di media profondità.

I Fondali

Se il fondo è roccioso sulle carte nautiche è contraddistinto da una R, se è ricco di pietre, non legate al fondale, da una P . Accanto alla lettera si trova una linea che unisce tutti i punti situati ad una certa profondità, detta linea batimetrica. Se attorno alla batimetrica presa come riferimento vi sono batimetriche più profonde, significa che quella presa in considerazione indica una secca, ottima per insidiare i pesci sia di basso che di medio fondale. Vi possiamo trovare Saraghi, Cernie, Sciarrani, Scorfani, Tanute. Sulle secche è facile catturare Fragolini, Sgombri, Sugarelli, Palamite.

Se il fondale è sabbioso lo riconosciamo sulla carta dalla lettera S; se la profondità è modesta, saranno modeste anche le catture, ma se è di tutto rispetto possiamo prendere Triglie, Gallinelle, ma anche Pagelli e Razze.

Su fondali fangosi (F) di modesta entità siamo nelle stesse condizioni di quello sabbioso mentre oltre i 50 metri sono più abbondanti le Triglie di fango, le Gallinelle, i Pagelli.

Vi sono fondali a Poseidonie (A) ricoperti dalle alghe omonime e si aggira sui 30 – 40 metri ed offre Saraghi, Dentici, Occhiate, Sgombri e Sugarelli.

Come si pratica

Viene calata sul fondo una lenza con uno o più ami e, alla vibrazione del vettino, si ferra e si recupera la preda eventualmente allamata. Sembrerebbe piuttosto facile, detto in questo modo, ma così non è perché, come in tutte le tecniche di pesca, occorre mettere in atto una serie di strategie che solo l’esperienza può insegnare, dalla scelta dell’esca, dalla zavorra adatta alle correnti del momento e che può variare da meno di 100 grammi fino ai 1000 (a volte, se il piombo è insufficiente, sembra che stiamo pescando sul fondo ed invece il nostro terminale sta “volando” e in quel caso non prenderemmo nulla), dalla scelta del luogo di pesca giusto per quelle particolari condizioni di temperatura, di luce, di correnti che cambiano di velocità e direzione all’improvviso, dal modo con cui la barca sta “scarrocciando”, dal periodo dell’anno, ecc. ecc.

Il modo con cui il pescatore di bolentino alle prime armi affronta tale tecnica è quello di una persona che va alla ventura: nulla è certo, si procede per tentativi cambiando sovente lo spot di pesca, quindi a varie profondità e con esche generiche ma che difficilmente portano alla cattura di prede di una certa pezzatura. Ma non ci si deve scoraggiare: la tecnologia può venire in aiuto mettendo a disposizione tre strumenti validissimi: la carta nautica, l’ecoscandaglio ed il GPS. Se della prima si può fare a meno frequentando zone conosciute, non si può prescindere dal secondo che indicherà diverse cose fondamentali come la velocità, la temperatura, il tipo di fondale, la presenza ed i tipi di pesci (se è abbastanza sofisticato), la profondità a cui si sta calando la lenza, e non si può prescindere nemmeno dal terzo che è in grado di memorizzare e ritrovare i punti risultati più favorevoli.

In ogni caso, qualunque tipo di bolentino decidiate di praticare, sappiate che è molto divertente e spesso dà parecchie soddisfazioni.

Renato Rosciarelli

 

Lenza Orvietana Colmic Stonfo
Via degli Eucalipti 27/A – 05018 Orvieto (TR) ITALY
Tel/fax +39 0763 302317 – cell. +39 328 9070731
www.lenzaorvietana.it - info@lenzaorvietana.it