Sensazioni d’altri tempi al “Lago d’Argento”
Categoria: SportIl “Lago d’Argento” situato nei pressi di Orbetello, in località San Donato, ha una popolazione ittica in salute perché si riproduce abbondantemente e riesce, anche grazie ai reflui debitamente filtrati del vivaio nei pressi del quale è collocato, ad alimentare in maniera importante la flora acquatica che poi è alla base della catena alimentare, e non a caso l’anello superiore annovera, tra i vari microrganismi, numerosissime pulci d’acqua.
Ci siamo piacevolmente intrattenuti, durante la manifestazione, con il Presidente della Sezione FIPSAS di Grosseto, Mario Benucci, che ha mostrato tutta la sua soddisfazione nell’aver “scoperto” il laghetto, anche per la disponibilità e la collaborazione importante mostrata dai proprietari del fondo in cui si trovano le sue acque, convenzionandole con la FIPSAS.
Sabato 30 aprile sul piccolo bacino si è disputata una gara a coppie con il sapore di quelle di altri tempi: una gara alle alborelle, rigorosamente ad invito ed egregiamente organizzata dall’amico Giampaolo Ricci, vero cultore di questo tipo di pesca. Pesca che fino ad alcuni anni fa era la regina dei campi di gara italiani, tutta fatta di movimenti sincronizzati al ritmo di una musica non percepita da chi assiste ma di certo presente nella mente dei concorrenti, animati da quegli automatismi che, una volta iniziati, non possono essere minimamente alterati. Basti pensare che i più bravi, data per scontata la presenza massiccia dei piccoli pinnuti nel luogo di pesca, viaggiano al ritmo di sei, sette pesci al minuto, dai 350 ai 400 ogni ora, fino a 1200 al termine delle 3 ore. La fatica è enorme, soprattutto quella dovuta alla tensione nervosa, perché è vietato sbagliare, ogni piccolo errore si paga: a volte si arriva ad avere i primi classificati tutti lì, nello spazio di 10-20 alborelle.
La gara sul “Lago d’argento” ha visto la presenza di numerosi Campioni che hanno mostrato di non aver perso lo smalto di un tempo ed hanno iniziato ad inanellare le alborelle una dopo l’altra fino ad aver assestato il ritmo; qualcuno, che non si cimentava da tempo con questa tecnica, dopo una partenza un po’ a rilento, ha registrato i ritmi e si è messo in carreggiata: lancio della lenza, contemporanea pasturazione a piccole dosi, ferrata, slamatura e lancio della preda nella nassa e via di nuovo così. Nei momenti in cui le mangiate diminuivano, per non perdere del tempo prezioso, alcuni concorrenti hanno ricercato nel sottoriva i persici sole, alcuni anche di buona taglia.
Specialmente ad inizio settore sono stati presi anche dei bei triotti, divenuti anch’essi quasi una rarità.
I numerosi Campioni presenti provenivano da gare analoghe che si tengono in Toscana e dalla classica gara che si disputa annualmente ad Orvieto e che viene organizzata dalla locale Lenza Orvietana Colmic Stonfo: lo “Stonfo Day” gara ad invito che adotta le tecniche delle gare di una volta e che quest’anno è giunta alla decima edizione.
Osservando le attrezzature allestite dai concorrenti, tra le numerosissime canne montate di varie metrature, non sono mancati i gloriosi “cannini” in canna dolce, dei veri violini che suonano una musica diversa, se non altro per la loro tecnica di costruzione, unica nel suo genere, e per la dolcezza con cui sfilano i pesci dall’acqua: tutta un’altra musica, appunto.
Non citiamo i Campioni uno ad uno, ma sono tutti lì, nella classifica che alleghiamo, certi così di non fare torto a nessuno. L’amico Giampaolo avrebbe gradito la presenza dei vari Galigani, Milo, Gabba, Bonzio, ma sono mancati per impegni già assunti ed hanno assicurato la loro presenza per la prossima edizione.
Per concludere, la pesca alle alborelle è un’altra cosa, denota abilità, velocità, richiede concentrazione e, per dirla con l’amico Ivo Stoppioni (Stonfo) “ chi sa fare il pesce piccolo sa fare quello grosso, viceversa non è detto”.
Renato Rosciarelli