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Pesci alloctoni: SI O NO?

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Pesci alloctoni: SI O NO?

Ogni specie animale o vegetale è vincolata ad un ambiente nel quale si è originata e si è evoluta sviluppando dei legami più o meno complessi con tutte le componenti di quell’ambiente. Si dice autoctona (dal greco autòs, medesimo e chthòn, terra) se è nata nel contesto in cui si trova.
Si definisce alloctona (àllos, diverso) se è stata introdotta, quasi sempre dall’uomo, volutamente o casualmente, in zone diverse da quelle dove si è affermata.
I modi con i quali sia pervenuta in ambienti a lei estranei possono essere i più disparati, con l’agricoltura, il commercio, la pesca, il turismo, e può ritenersi invasiva se conquista rapidamente l’areale arrivando a soppiantare le specie indigene.
In particolare ci riferiamo alla situazione dei pesci presenti oggi nelle acque italiane, che è assai poco chiara e a volte presenta aspetti contraddittori.
In ogni caso oggi è ritenuto superficiale il criterio di definire autoctone le specie italiane ed alloctone quelle straniere, dato che vi sono specie alloctone ormai integrate ed in equilibrio con l’ecosistema ed anche perché l’introduzione di molte di queste ultime risale ormai a tempi lontani con lo scopo di aumentare la pescosità delle acque italiane: ad esempio è ormai assodato che la Carpa, oggi diffusa ovunque in Italia e nel mondo, è stata importata dall’Europa orientale nel primo secolo dopo Cristo.
Di converso, tuttavia, ve ne sono altre, di recente o recentissima introduzione, di cui le possibilità di acclimatazione stabile, e dunque il potenziale impatto sulle forme preesistenti, sono tuttora oggetto di studio, ipotesi e osservazioni, come il cosiddetto “pesce bianco”(bremes, gardons ecc.), frutto di numerose immissioni effettuate dal dopoguerra fino all’inizio degli anni ’90.
Si sono anche create situazioni assurde come quella di considerare alloctona la Salmo Trutta ecotipo “fario” solo nel versante tirrenico e nell’Italia Meridionale, oppure, ad esempio, quella di affermare che in molti laghi il Persico Trota (originario del Nord America), ha colpevolmente soppiantato quasi completamente il Persico Reale senza sapere che pure lui è alloctono in quanto proveniente dall’Asia Minore e dal Nord Europa.
La questione è molto complessa ma occorre anche considerare che oggi in molti fiumi e laghi, soprattutto a causa dell’inquinamento la pesca è quasi del tutto agonistica, vedi il bacino di Corbara.
Il lago ogni anno ospita centinaia di gare anche a livello nazionale, creando un indotto per il quale fioriscono le ditte produttrici di materiali nonché le strutture ricettive che spesso vivono principalmente dell’apporto economico degli agonisti e di tutto quello che gravita attorno ad essi; viene allora da chiedersi se valga la pena di attribuire alla questione una eccessiva importanza, certi comunque che occorre fare chiarezza.
Recentemente qualcosa si è mosso e a tal proposito estrapoliamo dal sito della FIPSAS nazionale quanto approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri:
(http://www.fipsas.it/news/3459-specie-ittiche-alloctone-immissioni-via-libera-dal-consiglio-dei-ministri):
“SPECIE ITTICHE ALLOCTONE: IMMISSIONI, VIA LIBERA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il Consiglio dei Ministri che si è riunito ieri, 4 aprile, a Palazzo Chigi, su proposta del presidente Giuseppe Conte, ha approvato in tarda serata, in esame definitivo, un regolamento da adottarsi mediante decreto del Presidente della Repubblica, che modifica la disciplina relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 che ha recepito nel nostro Paese la “Direttiva Habitat n. 92/43/CEE).
In particolare, il regolamento approvato dispone che, in presenza di motivate ragioni di interesse pubblico, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare possa derogare al divieto di reintroduzione, introduzione e popolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone nel territorio italiano, ………………..Il testo tiene conto, quindi, dei pareri espressi dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e dal Consiglio di Stato, nonché dell’immenso lavoro svolto, in questi anni, dalla FIPSAS, anche con il fattivo contributo dell’ API (associazione piscicoltori italiani), che ha sempre supportato in maniera energica l’adozione di un provvedimento che garantisse, in tal modo, la continuità di immissioni di materiale ittico non autoctono anche nelle acque naturali assicurando, in Italia, il prosieguo della pesca ricreativa ……………..”Ci sono voluti quasi tre anni per arrivare ad un risultato tangibile, afferma il Presidente Nazionale della FIPSAS, Prof. Ugo Claudio Matteoli, anni in cui abbiamo lavorato “sodo” dietro le quinte, con impegno e pazienza certosina, per superare l’impasse normativa, da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che, finalmente, ha individuato una procedura che va a modificare l’articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357/97 consentendo, dopo un approfondito esame delle richieste, l’immissione in natura di specie alloctone……………..”
Renato Rosciarelli

 

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