Una nuova specie ittica nel lago di Corbara.
Categoria: SportSi tratta dell’Aspio (Aspius aspius), un pesce d’acqua dolce carnivoro della famiglia dei Ciprinidi.
E’ originario dell’Europa centro settentrionale, in particolare lo si trova in Germania, in Russia, in Finlandia, ma anche nel Caucaso ed in Turchia; era invece finora assente nelle zone mediterranee.
Negli ultimi anni del Novecento è stato introdotto in Spagna ed in Italia, in particolare nel Po dove ha trovato un habitat favorevole che gli permette di raggiungere notevoli dimensioni. Dal nord della nostra penisola ha raggiunto i bacini artificiali del centro Italia ed in particolare il bacino del Tevere ed il lago del Turano. E’ presente quindi anche da noi, infatti da qualche anno si segnalano catture sempre più frequenti nel lago di Corbara.
Predilige i grandi fiumi di pianura con poca corrente, ricchi di alborelle, ma anche di cavedani, barbi, carpe, breme, gardon, per citare quelli presenti a Corbara, e che, quando si trovano in branchi perché ancora non accresciuti, sono sue le prede preferite: le insegue a folle velocità fino a pochi centimetri dalla riva e produce nell’assaltarli spettacolari gorghi d’acqua. In mancanza di pinnuti, tuttavia, non esita ad attaccare piccoli uccelli acquatici, anfibi, topi.
Può vivere anche nella zona del barbo, cioè in quella zona del fiume con corrente ancora moderatamente veloce ma con acque abbastanza calde.
Nella parte nord del suo habitat di origine lo si trova anche nelle acque salmastre e presso le foci dei fiumi; è presente però anche nel mar Caspio e nel mar Nero, bacini in cui si comporta da anadromo, cioè vive per la maggior parte del tempo in acque salate e si riproduce in acque dolci.
In ogni caso, tutti gli aspi all’inizio della primavera con temperature delle acque intorno dagli 8 ai 12 gradi per riprodursi vanno alla ricerca di acque correnti risalendo in branchi il corso dei fiumi.
Somiglia a prima vista al cavedano, ma appare più robusto ed ha la conformazione fisica tipica del predatore, con la bocca ampia e rivolta verso l’alto, gli occhi e le squame piccoli e la mandibola più sporgente della mascella.
Una sua caratteristica è una sorta di carena sul ventre tra l’ano e la pinna anale. Non è molto appariscente, infatti la sua colorazione va dal verde scuro del dorso, all’argento dei fianchi, al bianco del ventre, come il cavedano insomma.
Le pinne, rossicce quelle inferiori, più scure le altre, ma tutte molto grandi, lo rendono per questo particolarmente combattivo.
Può raggiungere una mole notevole, dai 3 Kg in media fino ai 9 Kg in alcuni rari esemplari.
L’aspio è una preda molto ambita per il pescatore sportivo per la sua imprevedibilità, in quanto varia l’habitat a seconda del periodo e dello stato dei fiumi, per la combattività iniziale con cui impegna seriamente il pescatore, specialmente quando viene catturato in corrente, essendo molto idrodinamico e quindi un ottimo nuotatore. E’ ambito anche per le dimensioni che può raggiungere e per la bontà delle sue carni. Viene insidiato principalmente a spinning, ma anche con la tecnica del mort manié (pesce morto manovrato) e della pesca a mosca.
In ogni caso lascia quasi senza fiato la violenza della sua abboccata, tanto da strappare quasi la canna di mano.
Nella tecnica dello spinning si usano le classiche esche metalliche, i minnows, i crankbait, i popper, gli swimbait, i metaljig ecc. con recuperi veloci e, quando occorre, con rapide jerkate, strappetti che vengono impressi all’artificiale con la punta della canna.
Le carni degli aspi, anche a detta dei pescatori che lo hanno catturato a Corbara, sono ottime, migliori di quelle degli altri ciprinidi anche perché meno spinose, specie negli esemplari di taglia. Il rovescio della medaglia, però, è che dove si è insediato da tempo,come nel fiume Po, sta provocando la rarefazione delle alborelle, dei cavedani e degli altri ciprinidi.
Per ora nel nostro bacino artificiale vengono catturati piccoli esemplari, anche se sembra che i pescatori di professione ne trovino anche di abbastanza accresciutii nelle loro reti.
Che ne sarà dei ciprinidi di Corbara?
Non disperiamo, perché, nei decenni, si è assistito al boom di diverse specie quali il pesce gatto e il lucioperca (Sandra) che si sono via via ridimensionate ed hanno raggiunto un equilibrio con le altre specie.
Renato Rosciarelli