La psicoterapia in ambito italiano ed europeo: convergenze e divergenze
Categoria: PsicologiaIn Italia gli psicoterapeuti sono circa 32mila (21mila laureati in psicologia, 11mila laureati in medicina): dunque uno psicoterapeuta all’incirca ogni 1.800 abitanti, con marcate differenze tra regione e regione e diversa presenza per categoria di professionisti (è psicoterapeuta uno psicologo su 2,4 del totale degli psicologi ed un medico su 33,2 del totale dei medici).
La formazione in psicoterapia presenta in Italia delle caratteristiche che non si riscontrano negli altri paesi europei: il requisito cioè di essere laureati in medicina e chirurgia oppure in psicologia per poter accedere alla successiva formazione in psicoterapia perlomeno quadriennale.
Dunque in Italia lo psicoterapeuta o è un medico oppure è uno psicologo, entrambi con successiva specializzazione in psicoterapia, che di fatto consiste nell’accesso e nella frequenza ai corsi quadriennali delle scuole di formazione in psicoterapia autorizzate dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), che sono circa 300 oppure nell’accesso e nella frequenza alle specializzazione universitarie in psicologia clinica, i cui corsi si svolgono in pochissime facoltà.
Anche il conseguimento della specializzazione universitaria in psichiatria o in neuropsichiatria infantile consente ai medici l’iscrizione all’albo degli psicoterapeuti.
Sebbene la legge ufficialmente votata il 9 Agosto del 2004 preveda che tutti gli psicoterapeuti debbano essere medici o psicologi e che debbano lavorare su tre modalità (psicoanalisi, comportamentismo, terapia familiare) essa rimane inapplicata per le dure e continuative opposizioni incontrate e per il contrasto marcato con la realtà di fatto esistente.