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LA PRESBIOPIA

Categoria: Ottica
LA PRESBIOPIA

Accorgersi di non leggere più bene, ma tirare avanti sperando che sia solo stanchezza. E’ il comportamento più diffuso tra molti italiani affetti da presbiopia che non usano gli occhiali con lenti progressive. Il tema è al centro del Progressive Business Forum in corso a Milano, riunisce esperti, medici, professionisti e addetti ai lavori dell’intera filiera dell’ottica.
Il tempo della presbiopia
La presbiopia colpisce a partire dai 40 anni ed interessa la messa a fuoco da vicino e, progressivamente, le distanze intermedie necessarie per l’utilizzo del computer o giocare a carte. Questo processo fisiologico legato all’età rappresenta il difetto visivo più diffuso. “Dopo i 40 anni – prosegue Mele – l’occhio normale (detto emmetrope) pur mantenendo una buona vista da lontano perde inevitabilmente e progressivamente la capacità di messa a fuoco da vicino. Alcuni fattori, ovviamente controversi, che possono anticipare o ritardare la comparsa della presbiopia sono un’elevata esposizione ai raggi ultravioletti, da sempre considerato l’acceleratore del processo d’invecchiamento del cristallino e quelli legati ad una corretta alimentazione”.
Leggere sotto sforzo
Per la persona ipermetrope i sintomi della presbiopia si manifestano precocemente. Al contrario chi è miope ha la soddisfazione di subire gli effetti della presbiopia con un certo ritardo. “Normalmente – spiega Mele – il soggetto presbite non corretto o sotto corretto riferisce di dover sforzare i propri occhi quando svolge le attività di lettura da vicino. Si tratta di uno sforzo per ottenere una adeguata messa a fuoco che provoca l’insorgenza di disturbi chiamati astenopici: mal di testa, irritazione oculare, nausea e sonnolenza.
I sintomi della presbiopia
Il sintomo caratteristico della presbiopia è l’annebbiamento da vicino che impedisce a volte quasi improvvisamente al mattino di poter mettere a fuoco uno scritto o un numero di telefono. In questi casi per il soggetto presbite è necessario ricorrere ad un’illuminazione più forte, capace di indurre un restringimento della pupilla, con aumento della profondità di fuoco e aumento della nitidezza dell’immagine a livello della retina.

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