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La fobia sociale

Categoria: Psicologia
La fobia sociale

La fobia sociale è uno dei maggiori disturbi d’ansia diffusi tra la società moderna, coinvolge fino all’8% della popolazione globale.

Ci sono professioni che possono predisporre la sua insorgenza, sto parlando di tutte quelle persone che per lavoro devono tenere discorsi in pubblico o sono assoggettati alla cosiddetta opinione pubblica.

Essere violentemente esposti al giudizio pubblico ma anche dover superare un esame orale o discutere la tesi di laurea, possono diventare eventi terrorizzanti, percepiti come insidiosi.

Non ci si sente pronti ad esporsi nel palcoscenico sociale.

La fobia sociale assume così la connotazione di fobia specifica se il soggetto sente avversione solo per il parlare in pubblico mentre diventa generalizzata se riguarda tutte le situazioni che hanno a che fare con il sociale.

È davvero una sofferenza che può minacciare la naturale inclinazione a stare in compagnia o nel relazionarsi con un gruppo di amici.

Lo sguardo interiore è tipico di questo disturbo. In pratica chi ne soffre immagina se stesso come se si stesse osservando dall’esterno, si sdoppia per controllare che tutto sia ok.

Attribuisce agli altri i giudizi che in realtà egli stesso si è affibbiato. Questi giudizi sono sempre colpevolizzanti, negativi e affossanti. Gli altri diventano così ostili, e i loro occhi non sono più amichevoli perché diventano freddi e scuri, e non si può mai capire fino in fondo cosa veramente pensino e cosa il soggetto pensa che loro stiano pensando.

A questo punto ci si sente soli, soli in mezzo a tanti, e questo impaurisce e spinge al ritiro, ci sono loro e poi ci sei tu, tutto solo.

Ecco che si materializza il terzo elemento che caratterizza questo disturbo, sto parlando del sentirsi diversi, noi siamo diversi da loro che pensano quelle brutte cose di noi.

La persona a volte balbetta, arrossisce o semplicemente si ammutolisce, resta sullo sfondo, mentre gli altri ridono e scherzano.

Il gruppo potrebbe ritenerla timida o introversa ma un tratto caratteristico è il pensiero paranoide: “Gli altri pensano delle brutte cose di me, ma nessuno mi affronta, è evidente che qualcosa non va in me. Cosa potrebbe essere? Forse è come mi vesto o mi ritengono un fallito o imbranato”.

Arriviamo così al quarto elemento, quello della condanna sociale che fa sentire indegni di stare in società, troppo diversi da loro per stare in compagnia.

Il sentirsi esclusi, continuamente osservati e giudicati dagli altri crea una falda tra il soggetto e il resto del mondo. Questo graduale allontanarsi e ritrarsi da ogni scambio sociale rendono la persona isolata. È un isolamento che protegge, che l’aiuta a sopportare la condanna sociale, il ritenersi indegno di stare con qualcuno. Da qui parte un senso di vergogna, e la solitudine diventa malata. L’iniziale paura di trasforma in una condanna senza scampo e diventa una fobia vera e propria.

 

Dott.ssa Paola Simoncini
Psicologa, Psicoterapeuta
Tel. +39 339 6424329