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LA COZZE D’ACQUA DOLCE.

Categoria: Sport
LA COZZE D’ACQUA DOLCE.

Una mattina, con l’amico V., passavamo sul Ponte dell’Adunata che collega Orvieto Scalo con Ciconia, quando abbiamo notato un gruppo di persone indaffarate presso la centralina situata a metà circa del ponte.
Ci siamo avvicinati con discrezione e, la curiosità spinge all’intraprendenza, , abbiamo chiesto cosa stessero facendo. La risposta, molto cortese, è arrivata da parte di una ricercatrice del CNR che, insieme ad un ingegnere dello stesso Ente ma di una sezione diversa dalla sua, stavano dirigendo le operazioni: eseguiamo delle ricerche sulle cozze di acqua dolce. La cosa ci ha veramente incuriosito ed allora giù con domande scaturite da un interesse per qualcosa di molto insolito.
La ricercatrice, molto disponibile, ha iniziato ad elencare nomi, circostanze, utilità, finalità del progetto, ecc, , in sostanza, ci ha detto che le cozze di acqua dolce si trovano anche nel Paglia, o meglio, c’erano, ma in quel momento si trattava non di ricercarle, cosa che faranno in un futuro prossimo, ma di immetterne alcune della stessa specie prelevate da un altro corso d’acqua. Immetterle non liberandole, ma trattenute da una sorta di griglia e collegata a dei sensori che facevano capo alla centralina di cui sopra, per osservarne il comportamento. Il giorno dopo ci siamo recati nuovamente sul posto e la dottoressa ci ha mostrato una cosa inaspettata: durante la notte aveva piovuto, il livello del Paglia era leggermente salito e, da un grafico elaborato dalla centralina si vedeva chiaramente che le cozze avevano unanimemente reagito molto in anticipo all’evento di piena del fiume.
Una sorpresa, ed allora la domanda: questi animali potrebbero essere utilizzati per prevedere e quindi prevenire eventi di piena pericolosi? La risposta è si, ma la loro utilità va ben oltre…
La preparatissima ricercatrice, che opera ovunque in Europa su ogni tipologia di cozze esistente nelle acque dolci, ci ha promesso che ci invierà del materiale che riguarda questi animaletti, semplici nella scala biologica, ma utilissimi per l’uomo.
In attesa del materiale, vediamo di saperne un po’ di più sulle cozze in generale.
Sono molluschi molto conosciuti, vengono catturati o allevati per l’alimentazione umana, ma quelle d’acqua acqua dolce non sono commestibili come quelle di mare, e hanno caratteristiche particolari.
Le cozze sono dei bivalvi, termine che letteralmente significa “due piastre o capsule”, sono dei molluschi lamellibranchi (che possiedono due branchie fatte a lamelle) la cui classe è composto da circa 13.000 specie. Molti sono sessili, cioè vivono ancorate, ma alcune possono spostarsi nel loro habitat usando la struttura muscolare del loro piede, una particolare appendice carnosa.
Hanno dimensioni che variano da pochi millimetri fino al metro in lunghezza e posseggono un mantello, una sottile membrana interna che alimenta il guscio esterno producendo la calcite o l’aragonite, cristalli di carbonato di calcio. Il guscio si accresce di continuo e tale accrescimento e ben visibile dai cerchi ben marcati, all’esterno. Vivono prevalentemente in fondali sabbiosi o fangosi e la maggior parte vive in acque calde o temperate prevalentemente marine, ma vi sono circa 140 specie che vivono in condizioni estreme, nell’Artico.
I bivalvi possono essere riassunti in quattro classi principali:
• Gli Eterodonti che sono bivalvi marini e comprendono le vongole
• I Protobranchi che sono animali di acque profonde
• Gli Pteriomorfi che sono soltanto marini e comprendono le cozze e le ostriche
• I Paleoheterodonti, un gruppo estinto.

Come si alimentano
Quasi tutti si alimentano filtrando l’acqua che viene pompata dai sifoni e trattenendo le particelle in sospensione, come il fitoplancton. Alcune varietà sono capaci di filtrare fino a 40 litri di acqua ogni ora. Hanno bisogno di “acqua sporca” per nutrirsi e questo rende difficile allevarli in cattività perché rischiano di morire di fame. Alcuni sono carnivori ed hanno potenziato l’apparato digestivo per ingerire prede più grandi. Tutti, a differenza degli altri molluschi, non hanno la radula, un organo molto specializzato con cui staccano il cibo e lo masticano (vedi le lumache che con la radula distruggono le coltivazioni)

La riproduzione
Le cozze di acqua dolce hanno sessi separati ma non si distinguono esteticamente i maschi dalle femmine. Depongono uova e spermi che unendosi realizzano la fecondazione dalla quale si originano delle larve. Le larve delle cozze del genere Lampsillis per una ventina di giorni parassitizzano altri animali, in genere pesci, inserendosi tra le branchie o le pinne e poi si distaccano completando la metamorfosi.
Ed infine una curiosità: anche le cozze d’acqua dolce producono le perle: quelle del genere Hyriopsis Cumingi vivono nelle acque dolci cinesi e producono perle molto diverse nelle forme e nei colori che, pur essendo molto apprezzate, non sono particolarmente costose.
Renato Rosciarelli

 

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