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Anna, neo-mamma disperata

Categoria: Psicologia
Anna, neo-mamma disperata

Salve a tutti, sono Roberto Ausilio, Psicologo Psicoterapeuta e vi accompagnerò per il 2017 scrivendo sulle pagine del Vicino. E’ mio intento offrire in questa rubrica uno spaccato di quello che accade nel mio studio di Psicoterapeuta, con l’obiettivo di farvi conoscere un po’ più da vicino alcuni casi specifici nei quali forse qualcuno si riconoscerà per alcuni aspetti. Le storie di cui parlo qui sono vere e i nomi che utilizzo sono di fantasia. Alcune volte modificherò date, luoghi o particolari per preservare la privacy dei miei clienti.

 

Anna, neo-mamma disperata

Anna, 36 anni, aveva desiderato suo figlio con tutto il cuore e, dopo anni di inutili tentativi con suo marito Paolo, alla fine era riuscita a restare incinta. Quando è finalmente nato Davide (parto cesareo e complicazioni cliniche), Anna era davvero felice e suo marito più di lei. Ma dopo qualche mese di allattamento (difficile: al seno per tre mesi e poi latte artificiale), Anna ha iniziato a sentirsi scarica, senza forze, angosciata, demotivata e si scopriva spesso nervosa, intollerante col figlio rispetto ai compiti di accudimento. Ha iniziato a dormire sempre peggio, a non riuscire a recuperare le forze, mentre si avvicinava il giorno in cui sarebbe dovuta tornare al lavoro quando il bambino aveva circa 6 mesi. Quello che prima del parto immaginava come un idillio ha iniziato a trasformarsi in un incubo. Le liti con suo marito sono aumentate (lui torna a casa stanco dal lavoro e prova rabbia e tristezza nel vedere la moglie così giù di morale). I problemi con Davide hanno iniziato a manifestarsi prepotentemente. Dapprima il bimbo faceva semplici pianti, poi vere e proprie scenate di collera e capricci al termine dei quali quasi sveniva. La situazione è precipitata due mesi dopo, quando Anna è tornata al lavoro e quando la nonna materna, dopo l’ennesima sfuriata di Anna con suo figlio, ha deciso di mettere sua figlia di fronte ad una scelta. O si sarebbe fatta aiutare da un professionista oppure lei avrebbe smesso di accudire il nipote.

Dopo un paio di inutili consulti medici (con annesse analisi da cui non risultava alcun problema organico per il bambino e per la madre, prescrizione di ansiolitico che Anna ha rifiutato di prendere), Anna su consiglio di una sua amica, si rivolge a me per una Psicoterapia.

Nel primo colloquio abbiamo esplorato la storia della paziente, ripercorso le tappe principali della sua vita e steso un piano terapeutico. Nella seconda seduta abbiamo lavorato con un protocollo specifico EMDR (tecnica che utilizza i movimenti oculari per il superamento dei traumi) su un evento accaduto in passato ma che continuava ad avere forti influenze anche sul presente. Anna si è ricordata di quando da bambina a 6 anni aveva vissuto la nascita di sua sorella minore come un evento traumatico. In quell’occasione sua madre aveva perso il lavoro per motivi non connessi alla maternità. Nella mente di Anna i due eventi erano rimasti inconsciamente collegati. Anna infatti aveva ben presente quando la mamma, tornata a casa, con sua sorella di pochi mesi in braccio era scoppiata a piangere. Anna prima della nostra seduta non ricordava affatto questo evento, ma la sua mente inconscia la portava a star male e a rivivere il disagio di sua madre, amplificando le sue paure. Lavorando insieme ha potuto comprendere e rielaborare efficacemente il collegamento tra evento traumatico e disagio del presente, per liberarsene completamente. Si è resa conto che dentro di sé aveva ancora l’angoscia e il senso di colpa infantile che le impedivano di vivere il presente della sua maternità in maniera veramente serena. Inoltre la sua convinzione negativa inconscia era “non sono capace di fare la madre”, cosa che razionalmente sapeva essere falsa, ma che il “trigger” della maternità le aveva innescato a livello psicofisiologico, senza che lei poteva farci nulla se non sentirsi depressa e angosciata. In molte donne la depressione post-partum può essere dovuta non solo ai cambiamenti ormonali, ma anche ai ricordi traumatici relativi al periodo della gravidanza, a eventi passati (come un aborto spontaneo), alla nascita stessa o ai primi giorni dopo la nascita.

La terapia di Anna si è conclusa in sole 7 sedute, in cui abbiamo elaborato i suoi ricordi con la tecnica EMDR, con esercizi di rilassamento e di Bioenergetica per gestire lo stress. Già dai primi colloqui e al termine della terapia è stata perfettamente in grado di badare a suo figlio, non ha più avuto scatti di rabbia, la relazione col marito è migliorata notevolmente e suo figlio Davide adesso ha 3 anni ed è perfettamente normale e felice.

 

Se vuoi conoscere più dettagli sui casi umani di cui scrivo qui, puoi collegarti al mio sito web, alla mia Pagina Facebook e al Canale Youtube “Psicologia e Vita”. Inoltre ogni mese mi propongo di fare una diretta Facebook sull’argomento trattato ne il Vicino: collegati e fammi le tue domande