Orvieto e dintorni: alla scoperta (e riscoperta) di impianti di pesca sportiva.
Categoria: SportIl territorio Orvietano, ormai è assodato, è caratterizzato da una forte vocazione per la pesca sportiva, specie per quella agonistica a tutti i livelli.
Se non fosse per il bacino di Corbara, però, non potremmo dire di essere messi molto bene in tema di abbondanza di campi di gara naturali. Per fortuna, da qualche anno, sono state create delle strutture per lo più private, essenzialmente dei laghetti ottenuti da vecchie cave di depositi fluviali spesso abbandonate dopo l’estrazione dei materiali utilizzati prevalentemente nell’edilizia. Solo in pochi casi sono stati scavati con il proposito di creare impianti ad hoc, come ad esempio il Parco Laghi per la realizzazione del quale si era fortemente adoperato il Presidente della Lenza Orvietana Valentino Maggi. Uno in particolare, il Laghetto del Parco Urbano del Paglia ad Orvieto, semidistrutto dall’alluvione del 2012, era stato scavato su di un terreno di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Terni con l’intento di creare con le sue piste ed i suoi spazi verdi, un luogo dove praticare attività sportiva, compresa la pesca. Ed era proprio tale sport che lo aveva arricchito con manifestazioni anche a carattere nazionale come gli annuali “Stonfo Day”, incontri riservati alle vecchie glorie che con le loro performance hanno nobilitato la pesca agonistica. L’attività preponderante era però quella fatta con le scuole medie del Comprensorio, da Allerona ad Orvieto e talvolta anche con il coinvolgimento di qualche classe del Liceo Scientifico Majorana e di alcune scuole medie di Terni, attività che ne costituiva la punta di diamante. La Lenza Orvietana Colmic Stonfo, infatti, lo utilizzava per allestirvi delle pescate a carattere agonistico al termine di ogni anno scolastico e per svolgere corsi estivi molto utili alle famiglie ed ai ragazzi, se non altro per allontanarli dalle tentazioni del quotidiano. Dopo ben sette anni da quel disastroso evento, però, nulla è stato fatto per riportarlo agli albori, nonostante le promesse delle varie Amministrazioni che si sono succedute a vari livelli. Le promesse sono rimaste desolatamente prive di contenuti.
In questo ambito, ci piace segnalare un impianto di recente allestimento che è stato creato ad Acquapendente in località Lascarelle ( Ponte San Biagio) – da cui la denominazione di Laghetti di San Biagio- sulla Cassia al Km 130. L’Impianto è di proprietà della A.S. Vigor ed è gestito da Alessio e Lucia. Si tratta di due laghi, il più piccolo dei quali viene utilizzato dall’autunno alla primavera per la pesca alle trote e d’estate per la pesca al branzino, al boccalone, ed al pesce gatto. Il lago più grande, profondo circa 2,5 metri, è adibito alla pesca No-Kill, quindi con obbligo di rilascio dei pesci mantenuti in vita nelle nasse durante la pescata, ed ospita carassi, carpe e anche delle tinche di recente immissione, pesci sempre affascinanti. Molto interessanti ed attrattive risultano le gare in notturna che vengono organizzate prevalentemente nel mese di agosto.
L’intento de gestori è quello di inserire i laghetti nel circuito FIPSAS con tutti i vantaggi che questo comporterebbe, non ultimo quello di essere coperti da una utile forma assicurativa per malaugurati incidenti che dovessero accadere durante l’azione di pesca.
La struttura ricorda un po’ altri impianti analoghi per la presenza di spazi aperti utili ad effettuare attività fisica e ad intrattenere i pescatori e loro familiari visto che offre anche la possibilità di gustare piatti tipici.
Accattivante e socialmente utile anche l’iniziativa di organizzare corsi per ragazzi di tutte le età che volessero avvicinarsi al “meraviglioso” mondo della pesca, specie quella agonistica, che mette in primo piano sia il rispetto delle regole che quello degli altri concorrenti, considerandoli leali avversari e non individui da “massacrare” come in altri sport.
Renato Rosciarelli