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Bolsena. Da lago da bere a lago eutrofico.

Categoria: Sport
Bolsena. Da lago da bere a lago eutrofico.

Su questo periodico, dicembre 2008, pubblicammo un articolo sul lago di Bolsena e lo facemmo da appassionati di pesca e da tifosi, da sempre, del bacino che tutti ci invidiano e che dovrebbe essere amato e rispettato quasi alla stregua di un sacrario. Lo intitolammo “Bolsena, meraviglioso dono della natura”.
Cento anni fa le acque di Bolsena erano considerate praticamente potabili in quanto il lago si trovava in “oligotrofia”, cioè con pochi nutrienti nelle sue acque che erano trasparenti e ricche di ossigeno, condizioni nelle quali non c’è sovrabbondanza di fitoplancton e zooplancton, cioè di piante ed animali di dimensioni planctoniche, e quindi non c’era eutrofizzazione. Oggi invece, per le cause che vedremo è da considerare “mesotrofo”, cioè sulla buona strada per diventare eutrofico a tutti gli effetti. Vediamone le cause.
L’aumento di nutrienti fa aumentare la biomassa vegetale e poi quella animale che se ne nutre. Con il passare del tempo aumenta anche la biomassa morta che precipita verso il fondo; ne inizia la decomposizione da parte dei microrganismi aerobi che consumando grandi quantità di ossigeno che diviene sempre più rarefatto fino a scomparire dalle acque profonde. Entrano in gioco allora altri microrganismi che continuando la decomposizione la trasformano in putrefazione con produzione di sostanze nocive.
L’eutrofia è dovuta principalmente alla sovrabbondanza di fosforo presente nelle acque fognarie e nei concimi usati in agricoltura e che è praticamente raddoppiato negli ultimi 10 anni. Il fenomeno è iniziato negli anni ‘60/’70 ma è stato ben tamponato dal collettore costruito negli anni’90 che per qualche tempo ha svolto sufficientemente il suo compito, ma poi ha iniziato a funzionare sempre peggio in concomitanza con l’aumento dei nutrienti per le biomasse. Il fatto è, leggiamo, che “tutte le stazioni sono in uno stato tecnico insoddisfacente. I quadri elettrici e di comando sono obsoleti, il sistema di teleallarme fuori servizio, le tubazioni malridotte, le pompe spesso in uno stato precario, presenti nelle stazioni in numero minimo o addirittura assenti. Ciò comporta sversamenti frequenti di acque fognarie nel Lago da parte di molte di esse”
Recentemente, come detto, sono stati fatti lavori di manutenzione e di ripristino da parte della Regione Lazio, con spese ingenti, ma sicuramente in modo inadeguato e al depuratore di San Savino, a Marta, non arrivano quasi liquami e i pochi che arrivano l’apparato non è in grado di depurarli affatto, con gravi danni per il lago, il fiume Marta, suo emissario, e per il litorale di Tarquinia..
Tutto ciò non è aiutato dalle numerosi sorgenti sotterranee di Bolsena il cui apporto in acque pure è neutralizzato dagli affluenti carichi di inquinanti. Il lago è quindi estremamente vulnerabile perché ci vogliono molti anni, più di 200, per rinnovarne le acque. Tutte le sostanze che lo uccidono, compreso il fosforo, rimangono nel lago e vi si accumulano.
E pensare che il collettore, un vero e proprio anello che circonda il lago, quando fu inaugurato, fece considerare Bolsena il lago più pulito d’Europa! La situazione purtroppo sembra ormai inarrestabile, si protrae come minimo ormai da 5 anni ed è peggiorata a tal punto che l’anno scorso un gruppo di scienziati della Bauhaus-Università di Weimar (Germania), dei veri specialisti ed esperti in materia, hanno rilevato un alto degrado delle acque del Lago e lo hanno considerato ormai prossimo all’eutrofizzazione.
E non finisce qui: è in agguato anche l’inquinamento chimico che numerosi abitanti dei paesi che circondano il lago, insieme agli ambientalisti locali, hanno denunciato sui Social. Il rischio incombente è quello costituito dai prodotti chimici tossici usati in agricoltura, pesticidi e diserbanti, adoperati soprattutto nei noccioleti che si stanno impiantando in modo notevole negli ultimi anni tutt’intorno alla fascia che sovrasta il lago. Degno compare di questo pericolo è la sempre più probabile realizzazione di un impianto geotermico a Castel Giorgio che potrebbe minacciare l’aria e l’acqua e provocare dei terremoti in un bacino idrogeologico di importanza nazionale, se non addirittura mondiale. Consapevoli di tutti i pericoli che sovrastano Bolsena ed il suo contorno, venerdi 25 ottobre centinaia di persone si sono prese per mano in un una vera e propria catena umana quasi a formare un abbraccio del lago per suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica e degli Amministratori. Lago che certi Stranieri, se potessero, si porterebbero a casa! Speriamo che la sensibilità e la rabbia dei cittadini riescano a smuovere chi di dovere…
Renato Rosciarelli

 

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